Note sulla coltivazione del tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico)

da | 5 Apr. 2025 | Articoli-&-News

Di recente serpeggia tra i tartuficoltori l’idea di poter coltivare il tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico) perché nel mercato cominciano ad essere reperibili le piante micorrizate da questo tartufo. Gruppi di tartuficoltori, sostenuti anche da qualche Ente, si stanno adoperando per impiantare numerose tartufaie di tartufo bianco. Nel Corriere Adriatico del 01/03/2025 si legge la seguente nota:

ACQUALAGNA – Tra otto anni, nel 2033, ad Acqualagna il tartufo bianco si raccoglierà nelle tartufaie coltivate. E questa mattina, primo marzo, il Comune di Acqualagna ha inaugurato la prima tartufaia coltivata di tartufo bianco…”

Vorrei ricordare ai tartuficoltori cosa è successo in Italia negli anni 90 quando alcuni vivai iniziarono a produrre le piante micorrizate dal tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum Vittad.) illudendo una facile coltivazione di questo pregiato tartufo. La Regione Umbria in proprio (Piano tartufigeno regionale) e concedendo contributi ai tartuficoltori, consentì tra 1983 a 1985 di impiantare circa 200 ettari di piante micorrizate dal tartufo nero pregiato. Di queste tartufaie solo qualcuna ha prodotto i tartufi sperati mentre per la maggior parte è stato un completo fallimento perché non si conoscevano le esigenze ecologiche di questo tartufo e soprattutto non si conoscevano le tecniche di coltivazione delle piante micorrizate in campo. I risultati negativi raffreddarono gli entusiasmi tanto che la tartuficoltura subì un arresto che durò per una decina di anni.

Non vorrei che succedesse la stessa cosa per la coltivazione del tartufo bianco pregiato.

Alcuni vivai italiani e francesi vendono le piante micorrizate dal tartufo bianco a prezzi superiori a quelli delle piante micorrizate dagli altri tartufi senza preoccuparsi della loro destinazione.

Anche in un vivaio umbro (Vivaio Caterina) è iniziata da tre anni la produzione delle piante micorrizate dal tartufo bianco, ma non sono state messe in commercio. Le piante prodotte vengono utilizzate per realizzare una serie di microtartufaie sperimentali in ambienti diversi e sottoposte ad interventi colturali diversificati. Fino ad oggi sono state realizzate una ventina di piccole tartufaie, di 10 – 20 piante ciascuna, in vari ambienti dell’Italia centrale. Le piante utilizzate vengono numerate, descritte dal punto di vista morfologico e sottoposte al controllo della micorrizazione prima della loro collocazione a dimora. In pratica ogni pianta viene numerata, svasata, descritta a livello morfologico, valutata l’entità della micorrizazione e subito messa a dimora.

I risultati attesi da questa sperimentazione sono l’acquisizione delle:

– caratteristiche degli ambienti idonei alla coltivazione del tartufo bianco;

– tecniche colturali da praticare alle piante micorrizate in campo.

Le conoscenze acquisite permetteranno, in un prossimo futuro, di realizzare tartufaie razionali e produttive di Tuber magnatum Pico.

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